VINCA

Lunigiana

Vinca è una frazione del comune di Fivizzano, racchiusa in una conca alle pendici delle Alpi Apuane. L'agglomerato, situato a circa 900 metri sul livello del mare ed ai piedi del Monte Garnerone (mt 1767), si raggiunge dopo aver percorso una stretta e tortuosa strada di quasi 8 chilometri di tornanti. È famoso per il pane, l'acqua purissima, il lardo, lavorato in maniera simile a quello ben più noto di Colonnata nelle vasche di marmo e per il marmo stesso. Un'altra risorsa gastronomica del luogo, che ha anche permesso la sopravvivenza della popolazione durante i periodi di guerra e di carestia, sono le castagne, utilizzate variamente: dalla produzione di farina, ai cibi dolci e salati. Di Vinca si hanno notizie già da prima del 500, ed alcune storie del paese riconducono la sua fondazione addirittura al periodo delle scorribande dei mori, che fecero scappare dalla costa una piccola comunità che andò a nascondersi sulle montagne. Vinca entrò, fin dalla sua nascita nel 1355, nell'orbita del Marchesato di Fosdinovo, che nel 1359, alla morte di Gabriele Malaspina, venne spartito tra i fratelli di questi, Guglielmo e Galeotto Malaspina.[1] In particolare, Vinca spettò a Guglielmo, la cui discendenza si estinse ben presto, nel 1374.[2] Così, i suoi possedimenti, tra cui Vinca, tornarono nelle mani dei discendenti di Galeotto, Spinetta e Leonardo Malaspina. In particolare spettò a Leonardo, che, col nome di Leonardo I Malaspina, diventò nel 1393 Marchese di Castel dell'Aquila.[2] Nel territorio è presente la Chiesa di Sant'Andrea di Vinca e la statua marmorea della Madonna dei Cavatori. Paese di cavatori di marmo dunque, ma anche coltivatori di piccoli appezzamenti strappati al bosco e alla ripida montagna, Vinca ha pagato un grande tributo in vite umane durante la seconda guerra mondiale, quando, a partire dalle ore 9.00 del mattino del 24 agosto 1944 e per i successivi quattro giorni, soldati Tedeschi della 16 SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS", comandate dal maggiore Walter Reder, supportati da fascisti di stanza a Carrara appartenenti alle Brigate Nere, rastrellarono e sistematicamente uccisero tutti i vinchesi che riuscirono a catturare, bruciando a più riprese anche il paese. Alla fine dell'eccidio ben 143 abitanti di Vinca rimasero uccisi.

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